Un po' di pazienza
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Elisa F. Con La Mosca Soldato Nera
Story

La larva che fa bene all’ambiente

Per ogni chilogrammo di proteine animali prodotte, occorrono circa 6 chilogrammi di proteine vegetali. Ciò significa che milioni di tonnellate di cereali e soia vengono coltivate solo per essere utilizzate negli allevamenti. Il risultato è un consumo di suolo e di risorse.

Ma se si potessero utilizzare gli scarti e i rifiuti organici per nutrire gli animali? Una start up ticinese ha deciso di provarci. A fondarla è stata Elisa Filippi, che ha unito gli studi in Veterinaria a quelli in Business Administration, e ci ha sommato l’interesse per il mondo degli insetti. È nata così Ticinsect.

Un esempio di modello di economia circolare di grande interesse, come ci spiega la stessa Filippi.

Su cosa si basa il progetto di Ticinsect?

“Utilizziamo una particolare larva, la larva della mosca soldato. Il nome scientifico è Hermetia illucens ed è nota come black soldier fly. È originaria dell’America, ma da tempo si è ormai diffusa in altri continenti, compresa l’Europa e la Svizzera”.

 

Qual è la sua caratteristica?

“Si nutre voracemente di sostanze organiche, arriva a mangiare fino a 4 volte il proprio peso in un solo giorno. Possiamo definirlo un insetto sano, poiché non è portatore di malattie e non è invasivo”.

 

Cosa si ottiene da queste larve?

“Farine proteiche e un olio ricco di acidi grassi. Entrambi sono utilizzabili per nutrire gli animali, sia quelli d’allevamento sia quelli da compagnia”.

 

E con cosa nutrite le larve?

“Potrebbero mangiare quasi tutti i tipi di rifiuti organici ma, a livello legislativo visto che la finalità è quella di produrre farine che entrano nel ciclo alimentare, non è consentito utilizzare gli scarti di cucina, per intenderci ciò che prima è finito nel nostro piatto. Però si possono impiegare tutti gli scarti dell’industria alimentare e dell’agricoltura, oltre al cibo invenduto della grande distribuzione. Anche il cosiddetto verde può essere impiegato con una resa inferiore ma comunque buona. Sono rifiuti che attualmente sono un costo di smaltimento. In certi casi in Ticino si arriva anche a conferire fuori Cantone perché gli impianti non sono sufficienti. Invece, con il nostro sistema, possono essere completamente riciclati”.

 

Merito delle larve?

“Sì, i rifiuti vengono tritati e messi in apposite cassette, di circa 60x40 centimetri, e vi vengono deposte le larve. Nell’arco di due settimane nella cassetta rimangono solo le larve e il fertilizzante”.

 

Qual è la resa?

“Dipende molto dalla percentuale di umidità del rifiuto. Una stima attendibile è che da 100 chilogrammi di rifiuti organici, si ottengano 20 chilogrammi di fertilizzante, 10 di farina proteica e 3 di olio”.

 

Quindi circa due terzi del peso scompare?

“Esatto. Si perde l’acqua contenuta nei rifiuti. Nessun’altra tecnologia ha una simile capacità di ridurre la biomassa”.

 

Il concetto di economia circolare è pienamente rispettato?

“Sì. Noi ritiriamo gli scarti organici, li diamo alle larve che li trasformano in proteine, olio e fertilizzante. La maggior parte delle larve viene poi utilizzata per l’estrazione di questi preziosi componenti, mentre una piccola parte viene destinata alla produzione di altre uova per riformare la colonia. Il sistema è perfettamente circolare perché tutto viene riutilizzato e nulla scartato. Il nostro sistema alimenta gli animali con farine di soia e di pesce e produrle crea conflitti con la gestione delle risorse per l’alimentazione umana. Il nostro processo, invece, è a ciclo chiuso, non consuma materie prime ma sfrutta lo scarto per valorizzarlo al meglio. Peraltro, l’olio estratto dalla larva può essere impiegato anche quale biocarburante”.

 

Dove sorgerà il vostro primo impianto?

“Apriremo il primo impianto industriale a Biasca, in Valle Riviera. Abbiamo acquisito uno stabile con una superficie di 3’000 metri quadrati e avvieremo una produzione semi-intensiva”.

Quando ci saranno le prime produzioni?

“Partiremo entro il 2022 con la linea manuale, mentre per la fine 2023 è previsto l’avvio della linea automatizzata”.

 

A regime quanti rifiuti smaltirete?

“Puntiamo ad almeno 5’000 tonnellate l’anno”.

 

Avete trovato l’interesse degli investitori?

“Sì, perché è previsto un rientro dell’investimento in tempi relativamente brevi 3-4 anni”.

 

È un modello che ritenete replicabile?

“Il nostro obiettivo è proprio questo. Il tipo di soluzione che abbiamo adottato ben si adatta a una filosofia del km0. A differenza di grandi impianti centralizzati, che devono movimentare centinaia di camion per diversi chilometri per conferire i rifiuti, un impianto come il nostro può sorgere vicino a realtà medio piccole -  come attività agricole, produzioni alimentari e allevamenti – che hanno interesse a valorizzare i loro scarti e a impiegare i nostri prodotti: si tratta di creare un network di attori virtuosi e impegnati attivamente nella sostenibilità. 

 

Inoltre, viste le dimensioni ridotte della nostra soluzione, non vengono richiesti grandi investimenti e non impatta in modo particolare sull’assetto paesaggistico e urbanistico. È un modello che si sposa molto bene con le caratteristiche territoriali elvetiche e delle aree alpine”.

 

Si poteva fare prima?

“Ricordo che quando ero all’università, più di 20 anni fa, già si sapeva che non avremmo potuto continuare a produrre cibo come lo si stava facendo, per questo mi sono sempre interessata al mondo degli insetti, da tempo li si studia quali possibili risorse per la produzione animale. Il problema è che si è perso tempo in questi anni, solo dal 2017 è possibile la commercializzazione di insetti a scopo alimentare”.

 

Hermetia illucens

L’Hermetia illucens o mosca soldato è un insetto dittero (cioè con un solo paio d’ali) che raggiunge al massimo i due centimetri di grandezza. È di colore prevalentemente nero, con riflessi metallici dal blu al verde. Depone delle uova di circa 1 millimetro di lunghezza che si schiudono dopo circa 4 giorni. La larva nei primi stadi è lunga 1,5-2 millimetri ma si sviluppa rapidamente sino a raggiungere in un paio di settimane i 25 millimetri.

 

Sono considerate utili poiché avviano la decomposizione della sostanza organica e, in relazione al rapido sviluppo e alla voracità, sono state saggiate in prove di smaltimento dei rifiuti organici. In medicina legale, la specie è utilizzata per stimare il momento della morte e ricavare informazioni sul luogo e sulle circostanze del decesso. In relazione all’elevato contenuto proteico delle larve, se ridotte in farina trovano impiego nell’alimentazione animale.

LA CAPITALE PIÙ FREDDA

Elisa Filippi
Anno di nascita: 1974
Professione: imprenditrice

Dopo la laurea in Scienze della produzione animale in Italia (equivalente all’ingegnere agronomo in Svizzera), consegue un MBA al Politecnico di Milano. Nel 2017 fonda la start up Ticinsect, che nel 2019 diventa una realtà imprenditoriale impegnata nello sperimentare soluzioni di produzione di alimenti per animali a base di insetti alimentati con rifiuti organici.

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