Cripto, conoscere per investire
Il mondo delle criptovalute, come Bitcoin e le sue sorelle altcoin, si divide tra chi è cresciuto a pane e informatica e vede in queste monete decentralizzate un sistema di gestione condiviso della finanza e chi vi si avvicina poiché spera di realizzare grandi guadagni investendo su progetti in grado di aumentare il valore in poco tempo.
Investire in criptovalute resta una scelta ad alto rischio, per comprendere meglio le dinamiche di questo settore il consiglio è di studiare, comprendere i meccanismi che vi sono dietro le blockchain, come sono composti gli smart contract, etc.
A dircelo è Silvia Bossio, che da un po’ di anni si occupa del mercato “cripto” e che si è sempre più impegnata nel creare community che potessero mettere a confronto le esperienze nel settore.
L’abbiamo intervistata.
Come si è avvicinata al mondo dei Bitcoin?
“Il mio percorso è particolare, tutto nasce dalla curiosità di capire e andare oltre. Tutto iniziò durante una lezione di informatica, il professore ci aveva parlato del dark web e dopo vari tentativi riesco ad entrare nell’internet “parallelo”. Iniziai a domandarmi perché non potessi utilizzare gli euro nei vari market disponibili, in seguito ho capito, forse tardi, che bitcoin era ed è anche una forma di comunicazione.Tra ricerche infondate sull’argomento se non qualche forum mal formattato e aiuti dagli utenti che trovavo in rete, decisi di comprarne giusto un po’ dalla persona che mi aveva aiutato. Con il senno di poi, rimane un po’ di amaro in bocca, lo ammetto.
Iniziò subito l’attività nel mondo delle cripto?
“No, specialmente all’inizio ho fatto molti errori che mi hanno portata a tralasciare l’argomento, potrei citare una serie di sciocchezze infinite che si traducono in: sbagliando si impara. Poi nel 2014 mi accorsi che sempre più persone e aziende si stavano interessando al tema anche in Italia. Avevo creato blog / diario personale che adesso dopo tre rebranding ha preso il nome di “The Timist” e segue in modo verticale le notizie del settore o affini. Nel 2017 nacque la community di Crypto Bar, una sorta di bar digitale dove si parla spesso di nuovi progetti più o meno innovativi, testare piattaforme e condividere il proprio feedback anche dal vivo, sempre meglio se accompagnati da un buon vino rosso. Credo che in questo mercato sia fondamentale condividere le esperienze, scambiare opinioni, creare qualcosa di utile ed essere di supporto anche ad altre persone”.
Il mondo delle cripto è un mondo di speculatori?
“Direi che è evidente che il 90% delle persone che investono nelle criptovalute lo fanno perché sperano di aumentare rapidamente il proprio capitale. Può essere giusto o sbagliato, chi può dirlo, ma per esperienza, anche personale, posso affermare che essendo un mercato ad alto rischio - non parlo di Bitcoin, ma soprattutto delle altcoin e la non conoscenza degli strumenti - la possibilità di farsi male è alta, senza un minimo di basi o cultura sull’argomento.
Le criptovalute erano nate con un ideale anarchico, molti progetti oggi sono però centralizzati?
“Il mondo della finanza decentralizzata, che vuole fare a meno dei gruppi bancari attraverso forme automatizzate di gestione, con alla base la tecnologia blockchain, ha grandi possibilità che si stanno creando. A volte però i progetti sono spesso governati da team/aziende invece di essere decentralizzati e distribuiti al 100% con una tecnologia open source. La tecnologia può essere utilizzata per creare prodotti anche centralizzati, Stati e multinazionali hanno le risorse per farlo e lo stanno già facendo. Hanno già iniziato a parlare dell’euro digitale e nel mentre ho avuto un brivido lungo la schiena”.
Come sta andando il mercato delle criptovalute?
“Il 2021 è stato l’anno della fuffa, della speculazione, come nel 2017 con le ICO. È assolutamente normale che il 2022 fosse l’anno della consapevolezza, del ritorno ai
fondamentali di bitcoin.
È fisiologico e spero possa portare le persone ad analizzare meglio quel che il mercato offre con più concentrazione”.
Quali sviluppi può avere il mondo delle blockchain?
“Il potenziale è enorme. NFT, Dapp e DAO sono acronimi di cui si sentirà sempre più parlare.
L’idea è quella di creare la possibilità di gestioni societarie o commerciali che non necessitino di regole gerarchiche anche se ancora oggi lo interpreto più come un esperimento che ancora deve essere affinato”.
Le criptovalute sono ambientalmente sostenibili?
“Si parla talvolta del fatto che la loro produzione sia energivora e alcuni addirittura hanno detto che consuma più della Danimarca, non considerando che si tratta di un protocollo
globale a confronto con un paese di quasi 6 milioni di abitanti, nemmeno l’1% della popolazione globale.
Oggi molte mining farm utilizzano fonti rinnovabili (energia idroelettrica, solare, geotermica, etc) e quindi poco impattanti in termini di inquinamento.
Allora, nessun consiglio su come investire?
“L’ho già dato. Occorre studiare e partire dai fondamentali, ma un incitamento vorrei darlo:non smettete mai di essere curiosi.”
Silvia Bossio
Anno di nascita: 1991
Professione: Crypto Surfer
È stata una delle prime donne in Italia ad aver seguito l’ondata tecnologica del settore Blockchain e Bitcoin. Grazie alla divulgazione, tra blog, social network e community, è diventata un punto di riferimento per gli approfondimenti del settore. Founder di The Timist, e Co-Founder di Crypto Bar, dove l’obiettivo è quello di informare in maniera semplice gli aspetti tecnologici e finanziari del settore delle criptovalute. Da aprile 2020 è community manager di Seed Venture, Chief Operative Officer dell’exchange Chainblock da marzo 2021. Nel 2022 si avvicina anche al cinema breve, entrando a far parte del WFSC (WeShort Film Selection Committee).
Blockchain e relative criptovalute sono solo merce per speculatori finanziari o modificheranno anche l’economia? Entreranno nella nostra vita quotidiana? Christian Fazio, tra i fondatori della società di consulenza Kresius, pensa che la risposta sia sì. L’abbiamo intervistato.
È tutto oro quello che luccica?
“Nel mondo cripto molte società falliranno, come è avvenuto negli anni Duemila con le DotCom, all’epoca molte sono fallite, ma ciò non ha impedito a Google e company di diventare un leader mondiale, anzi. Penso che il mondo delle blockchain entrerà in modo sostanziale nella vita quotidiana. Non solo nella finanza, ma anche nell’economia reale”.
Come può cambiare l’economia?
“La valuta che oggi abbiamo nei portafogli è una moneta “stupida”, che non ha valore aggiunto, se non quello di essere da tutti accettata. Non è tracciabile, non sappiamo per cosa è stata utilizzata, le banche centrali la immettono nel mercato, con il fine d’incrementare il volano economico, ma con un’efficacia inferiore al 30%. Questa globalizzazione è stata fatta in modo veloce e selvaggio, favorendo anche produttori di nazioni che non rispettano le regole etiche ed economiche del mondo democratico e libero. Con le valute legate alle blockchain, tutti i contratti ed i relativi trasferimenti saranno interconnessi e immutabili, per l’intera supply chain. Le cripto potranno essere lo strumento per regolarizzare il mercato e penalizzare chi non rispetta le regole globali”.
La Svizzera e il Ticino che rapporto hanno con i digital asset?
“La Svizzera ha fatto una scelta molto intelligente. In Europa è stata la prima a recepire nel proprio ordinamento giuridico i digital asset; ciò ha permesso di aprire banche che trattassero sia prodotti tradizionali, sia conti in criptovalute. Due esempi sono SEBA bank e Sygnum. A Zugo ha sede Ethereum, una delle principali cripto. Lugano con il Plan B si inserisce nell’attenzione della Svizzera verso questi asset”.
Di chi fidarsi nel mondo cripto?
“Ci si può affidare a un consulente, ma dubitare sempre di chi ha solo certezze. In ogni caso direi di tenersi su un 5% del proprio portafogli, per ora, poi ovviamente va valutata la propensione al rischio. Si può partire analizzando i progetti sui quali hanno investito le grandi banche o i grandi fondi d’investimento mondiali, ed entrare nella specificità di applicazione”.
Christian Fazio
Anno di nascita: 1978
Professione: gestore patrimoniale e consulente
Originario delle valli bergamasche, dopo gli studi, nel 2002 si trasferisce in Svizzera.
Per diversi anni ha ricoperto il ruolo di country manager per una oil service company. Attualmente si occupa di gestione patrimoniale a Lugano, ed è tra i fondatori con Claudio Grassi di Kresius, società di consulenza su blockchain e criptovalute. Continua, quando riesce, l’inverno a lavorare come maestro di sci a St. Moritz nella scuola di sci più grande ed antica della Svizzera, con il fine di mantenere il network internazionale che l’Engadina offre.
Lessico minimo delle criptovalute
Blockchain o “catena di blocchi”:
è la tecnologia alla base di Bitcoin e di altre criptovalute, tra cui Ethereum. È un atabase digitale aperto a tutti, senza intermediari o autorità centrale, strutturato come una catena di blocchi. Sono registrate in maniera permanente le transazioni in modo da non poterle falsificare, perdere o cancellare.
Mining:
significa “estrarre” ed è il meccanismo fondante della Blockchain di Bitcoin, utilizzato anche da altre criptovalute. Si riferisce alla risoluzione degli algoritmi necessari ad autorizzare le transazioni di Bitcoin, prima di aggiungerle alla Blockchain.
DeFi:
abbreviazione di “decentralized finance”, la “finanza decentralizzata” è una forma sperimentale di sistema finanziario che non si basa su intermediari (banche, ecc.) e utilizza invece gli “smart contract”, ovvero accordi che vengono eseguiti automaticamente su una Blockchain al verificarsi di eventi predeterminati.
Token e NFT:
la parola token (gettone) indica un bene digitale che è stato sviluppato all’interno di una Blockchain. Sono spesso usati per attribuire un diritto, come la proprietà di un asset o l’accesso a un servizio. Se tale diritto non può essere assegnato a più di una persona si chiamano NFT, acronimo di “non-fungible token”, che in italiano vuol dire “gettone digitale non replicabile”.
Altcoin:
sono le criptovalute diverse da Bitcoin.
Stablecoin:
letteralmente “moneta stabile”, sono asset digitali che godono delle garanzie e delle proprietà tipiche delle criptovalute, ma il cui prezzo è stabilizzato rispetto ad un bene di riferimento come l’oro o il dollaro.
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