Un po' di pazienza
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Story

Gli architetti del metaverso

Se dovessimo fare un paragone urbanistico, possiamo pensare alle città americane sorte dal nulla, oppure a Dubai dove le costruzioni hanno in sé un carattere essenzialmente attrattivo

Cosa sono i metaversi? Ne abbiamo sentiamo parlare in Tv, letto i titoli sui giornali, commentato i tweet e condiviso i post. Pochi di noi hanno però già avuto un’esperienza diretta. Per la maggior parte delle persone la parola metaverso evoca un’estetica a metà tra il mondo dei videogiochi, i film di fantascienza e la cultura cyberpunk.

Eppure, i metaversi condizioneranno nel prossimo futuro società ed economia. Secondo un recente report di Citigroup, colosso bancario newyorchese, la “metaverse economy” potrebbe arrivare valere fino a 13’000 miliardi di dollari entro il 2030. 

Il modo più semplice per spiegare cos’è un metaverso è immaginarlo come una città. Un luogo dove ci si sposta, si creano relazioni, si entra nei locali, si guardano le vetrine, si studia, si fanno affari e si ascoltano concerti. La differenza è che ci si veste con un avatar (un personaggio digitale che vogliamo ci rappresenti) e il look non è in funzione della meteo ma di come desideriamo mostrarci. Nel metaverso c’è chi si fa solo un giro (gli ospiti), chi possiede i crediti per fare acquisti (vi sono monete basate su blockchain e cryptovalute) e chi, infine, è un proprietario di una parcella di spazio virtuale. Gli appezzamenti sono limitati e vi sono regole su come e cosa vi si può costruire. Ecco perché questi mondi, fondati prevalentemente da gruppi di programmatori provenienti dal mondo dei games e ispirato da un’ideologia fondata sulla decentralizzazione, hanno bisogno di architetti. Gli servono per essere non solo luoghi di fantasia ma anche spazi vivibili e abitabili da milioni di persone.

Umberto Ceccarelli e Kateryna Chaplynska si occupano di progettare nel metaverso e ci raccontano la loro esperienza. 

 

Qual è la differenza di progettare e di costruire nel metaverso rispetto ad altri mondi virtuali?

Ceccarelli: “Sono uno spazio interattivo sociale-economico e culturale che persiste anche quando gli utenti escono dal programma. Ogni metaverso è unico e autonomo nella sua costituzione. Gli stessi abitanti virtuali collaborano alla sua cogenerazione e quindi si creano delle dinamiche sociali del costruito inedite e innovative. Rispetto ai social network, la grande differenza è questa: essere fondati su una struttura basata sulla tecnologia blockchain, perciò ogni metaverso non è duplicabile e ciò che vi avviene non può essere cancellato, nel senso che resta traccia delle operazioni che compiamo”.

 

Parliamo di un mondo finito?

Ceccarelli: “Non in tutti i metaversi il numero di parcelle è finito, solo nei principali dove si sta sviluppando il mercato di real estate, ad esempio Decentraland. In generale abbiamo a che fare con degli oggetti NFT, oggetti unici non replicabili”.

 

A cosa somigliano le città del metaverso?

Ceccarelli: “Se dovessimo fare un paragone urbanistico, possiamo pensare alle città americane sorte dal nulla, oppure a Dubai dove le costruzioni hanno in sé un carattere essenzialmente attrattivo e dove vince l’aspetto formale sull’interazione sociale e culturale. In questi casi, un progettista, architetto di formazione, può fare la differenza rispetto alla visione che hanno i progettisti di game. Nei videogiochi l’esperienza sulla quale investire è spingere l’utente/giocatore a catturare e a non essere catturato, ad avere una missione da compiere”.

 

Perciò qual è l’elemento di cui i fondatori dei metaversi solitamente non tengono conto nella progettazione?

Ceccarelli: “La grande sfida è offrire la durata dell’esperienza. Nel metaverso ti muovi molto velocemente, fai fatica a fermarti, è come se di fronte a un mondo nuovo volessi esplorare il più possibile. Nel mondo reale invece abbiamo a che fare con luoghi pensati per la durata delle relazioni, per facilitarne l’incontro, basti pensare alle piazze, ai parchi. Il metaverso non è una realtà virtuale nella quale entro, guardo ed esco. È fondata invece sull’interazione: dall’istruzione al business, ma anche per quanto riguarda gli scambi artistico-culturali. Per esempio, ci sono università che tengono lezioni. Perciò occorre comprendere queste dinamiche e progettare dei luoghi che offrano esperienze gradevoli, che invitino a tornare. Non devono avere solo l’effetto “wow”, quello della sorpresa”.

 

Quali vincoli ci sono nella progettazione?

Ceccarelli: “Come detto, innanzitutto, si dispone nella maggior parte dei casi di uno spazio limitato, una parcella di terreno. E dove ci sono beni limitati, ovviamente c’è speculazione. Da ottobre 2021 i prezzi dei terreni sono aumentati di decine di volte. In base alla posizione, ci sono terreni da un milione di franchi”.

Chaplynska: “La presenza di vincoli progettuali è molto interessante e stimolante. Per esempio, per costruire si usano degli elementi detti poligoni. Ogni poligono ha un suo costo, perciò è una sfida riuscire a costruire cose belle e funzionali, utilizzando solo un certo numero di poligoni. È un po’ come nel mondo reale con le materie prime”.

 

Dal punto di vista strutturale cosa cambia?

Chaplynska: “Nella maggior parte dei casi si parte dalle regole del reale, quasi sempre si trovano porte e altri elementi architettonici che invitino ad entrare. Poi esiste chi ha meno cultura architettonica e trasforma gli edifici in una sorta di sensazionale camera delle meraviglie. Per esempio, un tetto non serve per la sua funzione. Non c’è niente che rischia di bagnarsi. Però c’è la tendenza a replicare ambienti che abbiano elementi familiari”.

 

Quali sono i metaversi più interessanti?

Ceccarelli: “In Svizzera oggi si investe soprattutto in Decentraland, The Sandbox e Cryptovoxels. In queste realtà hanno per esempio già investito alcune delle grandi firme, replicando le loro sedi. Chiunque con un minimo di competenze informatiche può creare metaversi, ne nascono decine ogni giorno. Non possiamo sapere oggi chi si affermerà e durerà. Ci sarà una selezione come è avvenuto con internet ai suoi inizi. Probabilmente il vero boom ci sarà quando Meta, la società di Facebook, lancerà il suo metaverso Horizon Worlds su grande scala. Quando diventerà un’esperienza da cui accedere dal proprio smartphone, tutti vorranno entrare”. 

 

Molti associano il metaverso alla realtà virtuale, è così?

Ceccarelli: “Il metaverso è una forma di realtà virtuale. Ma se per realtà virtuale intendiamo l’esperienza immersiva che si ha con un visore come Oculus, va precisato che tutti i metaversi sono fruibili innanzitutto da piattaforme web, quindi da qualsiasi laptop. Anzi, la tecnologia blockchain che è alla base dei metaverso, non sempre si interfaccia facilmente con la tecnologia utilizzata dai visori di realtà virtuale. Molti pensano a film come Ready player one, con un’umanità iperconnessa, che vive in una realtà di periferie degradate e che passa il tempo con un visore sugli occhi in un mondo virtuale con il proprio avatar. È un’idea di metaverso che può generare resistenza quando si parla di investire o progettare nel metaverso. Oggi i metaversi sono invece un’altra cosa, sono occasioni di interazione con contenuti reali. Per esempio, un modo per fare formazione professionale anche con team molto grandi”.

 

Di cosa vi state occupando attualmente nel metaverso?

Ceccarelli: “Siamo partner con una società specializzata in scouting, cioè trovare terreni nei metaversi, e nell’implementare il software. Noi offriamo la parte di progettazione architettonica. Oltre a realizzare le sedi dei gruppi Pini e Galli, stiamo seguendo progetti in ambito sportivo e la creazione di una galleria d’arte
Inoltre, dall’autunno, a Grono, nel Quartiere Birreria vi sarà una sala attrezzata per vivere nel migliore dei modi l’esperienza dei progetti realizzati nel metaverso”.

 

Cosa vendono le gallerie d’arte nel metaverso?

Chaplynska: “Si vendono opere NFT (non-fungible token, letteralmente: gettone non riproducibile, ndr). Questo sistema basato sulle blockchain garantisce la proprietà e l’autenticità di un bene”.

 

Come sono strutturate le gallerie d’arte?

Chaplynska: “Come uno spazio espositivo reale si punta ad avere spazi ben illuminati, a fornire un’esperienza di vivibilità, di piacere dell’incontro.

 

I venditori sono reali o virtuali?

Ceccarelli: “Attualmente nel metaverso funziona più o meno come nella realtà non virtuale, se si vogliono incontrare le persone per fare affari ci si dà un appuntamento o si partecipa a un evento programmato. Oppure ci sono degli orari di apertura. La differenza rispetto al mondo fisico è che ci si incontra tra avatar”. 

 

Niente stretta di mano…

Ceccarelli: “Nel multiverso prendiamo le sembianze di personaggi che somigliano a cartoni animati, che possono essere anche super-accessoriati e con queste skin, cioè abbigliamento, ci incontriamo anche per ragioni professionali. Senz’altro uno dei fattori da valutare sarà come influirà nelle relazioni socio-economiche questa ludicizzazione dell’esperienza e dell’incontro con gli altri”.

Principali metaversi

Decentraland

Fondata nel 2017, la società ha lanciato la sua piattaforma Metaverse al pubblico nel 2020. Gli utenti possono creare contenuti, interagire tra loro e guadagnare denaro, principalmente attraverso investimenti in token non fungibili, immobili VR e altre risorse digitali. La piattaforma è completamente decentralizzata e opera tramite la propria criptovaluta chiamata Mana registrata sulla blockchain Ethereum.  È tra i preferiti tra i grandi investitori, imprese e governi.

 

The Sandbox

Sandbox è un ambiente di gioco in cui gli utenti possono creare giochi, partecipare a eventi, navigare in mondi VR utilizzando mappe e acquistare terreni, in modo simile a Decentraland. Il suo token di criptovaluta chiamato SAND. Le lands (i terreni) possono essere affittate per eventi la cui partecipazione prevede una quota di ammissione, oppure unificate per creare un distretto per attirare più utenti paganti. 

 

Cryptovoxels

Cryptovoxels è una piattaforma Metaverse costruita sul protocollo blockchain di Ethereum. È compatibile con supporto VR Oculus Quest, Oculus Rift e HTC Vive.

Origin City è una “island” dove è possibile interagire con altri avatar e i lotti di terreno su cui costruire sono chiamati “parcel”. Tramite l’elemento costitutivo “voxel” si possono erigere negozi, edifici, infrastrutture. 

 

Somnium Space

Somnium Space è stato di fatto il primo metaverso a permettere un’esperienza costruita e già sperimentabile con i visori VR. Lavora sulla Blockchain di Ethereum e possiede la sua criptovaluta nativa The Somnium Space Cubes (CUBE).

Umberto Ceccarelli
Anno di nascita: 1972
Professione: architetto

Dopo aver conseguito la laurea in Architettura all’Università di Venezia, si occupa di progettazione di edifici in alcuni studi milanesi. Da 13 anni opera in Svizzera e in Pini si è occupato in particolare della progettazione Bim e 3D. Oggi ricopre il ruolo di Virtual Design e Construction Manager.

Kateryna Chaplynska
Anno di nascita: 1997
Professione: architetta

Si è laureata in Architettura a Kiev, dopo un’esperienza in un’azienda di medie dimensioni in Ucraina, da marzo 2022 è giunta in Svizzera ed è impiegata in Pini occupandosi di progettazione nel metaverso.

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