Disabilità, tecnologia e buon senso
Una sensibilità sociale mutata, una legislazione più attenta e miglioramenti tecnologici. Negli ultimi anni la qualità di vita delle persone con disabilità è mediamente aumentata nella Svizzera italiana. Un cambiamento che non ha ancora riempito il bicchiere delle differenze di opportunità, ma che porta a dire a Christian Broggi che il bicchiere è però mezzo pieno. Broggi ai tempi degli studi d’ingegneria ebbe un incidente che gli provocò la paralisi delle gambe, da allora si sposta in carrozzina ma ha una vita intensa tra famiglia - la moglie Tosca e i figli Ian, Nina e Leon - e amministrazione cantonale ticinese, dove lavora presso la sezione forestale. L’abbiamo intervistato per conoscere la sua visione del rapporto tra società, tecnologia e disabilità.
A quando risale l’incidente che l’ha costretto in carrozzina?
“Nel 2009, durante gli ultimi mesi di studi in Ingegneria forestale, mi trovavo per un’escursione scolastica vicino a Berna, su una torre panoramica. Il pavimento è crollato, io sono caduto e mi sono rotto una vertebra. Dopo mesi d’ospedale e riabilitazione, sono riuscito a finire gli studi nel 2010, ma non sono più tornato a camminare”.
In questi 14 anni nei quali ha vissuto la sua vita in carrozzina, ha notato dei cambiamenti nella società rispetto ai rapporti con le persone con disabilità?
“Noto che c’è sempre più sensibilità per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche, anche perché la legislazione in materia di nuove costruzioni e di ristrutturazioni impone delle normative che obbligano a rendere gli edifici senza barriere.
Inoltre, vi sono diverse associazioni e fondazioni che sono presenti capillarmente sul territorio e che sono impegnate a sensibilizzare le persone sul tema della disabilità.
Spesso si parla e si scrive di disabilità per denunciare ed evidenziare le cose che non vanno, e va anche bene, però bisognerebbe anche dire che si stanno facendo numerosi progressi e che la situazione sta migliorando””
Anche nel campo dei trasporti?
“Si può sempre fare di più e fare meglio, per esempio la stazione di Biasca non è ancora accessibile, ma molte situazioni sono cambiate. Anche perché non dimentichiamoci che l’accessibilità non è solo una questione che riguarda le persone paraplegiche, ci sono i genitori con i passeggini, persone anziane con le borse della spesa, gli ipovedenti. Insomma, rendere senza barriere i mezzi di trasporto li rende più attrattivi, perché semplifica e rende migliore la qualità della vita a tutti”.
Quindi dove sono i problemi?
“Ovviamente quando ci si confronta con strutture vecchie, oppure se pensiamo a monumenti o strutture museali in palazzi antichi. Io accetto di non poter arrivare ovunque, peraltro oggi si lavora molto bene anche con ricostruzioni 3D di ambienti e si possono fare visite virtuali, anche se non è la stessa cosa. Quello che non accetto è che si banalizzi il problema. Se chiamo per sapere se una struttura è accessibile, non si può rispondermi: sì, ci sono un paio di gradini, ma una soluzione la troviamo. Perché se la soluzione è farsi trasportare in braccio, davanti alle altre persone in un museo o in un ristorante, può essere che uno si senta in imbarazzo e infastidito dal sentirsi al centro dell’attenzione. Se ci sono delle rampe e degli spazi non accessibili, basta dirlo”.
In questi anni è migliorata anche la tecnologia al servizio delle persone con disabilità?
“Sì, e sotto diversi aspetti. Per esempio, ci sono delle app che indicano in ogni città o paese dove sono i parcheggi per persone con disabilità ma anche i bagni pubblici accessibili. Esistono anche altre applicazioni digitali che hanno senz’altro migliorato la vita a persone con diversi tipi di disabilità rispetto alla mia, penso agli ipovedenti e ai sordomuti.
Nel caso della tetraplegia, cioè di lesioni midollari cervicali, dove oltre agli arti inferiori, non è possibile muovere anche mani e braccia, la tecnologia, in particolare la robotica, sta facendo passi da gigante per agevolare la vita delle persone tetraplegiche.
Anche sul fronte farmaceutico si sono fatti progressi con medicinali per ridurre i dolori, le infezioni urinarie e contrastare altri effetti secondari di una paralisi, tenendo conto che le complicazioni sono differenti se a essere paraplegica è una persona di 20 anni o di 70 anni”.
Oggi esistono anche esperienze di sentieri naturalistici senza barriere, si stanno diffondendo?
“Nel 2018 sono stati inaugurati due sentieri senza barriere della rete di Svizzera mobile ad Acquarossa, in Valle di Blenio, e ci sono alcune associazioni in Ticino molto sensibili sul tema. Anche se ovviamente non si possono fare miracoli. Ma anche se non si tratta di sentieri forestali, mettere in sicurezza alcuni percorsi e renderli fruibili alle carrozzine è una grande opportunità per le persone con disabilità, per le persone anziane e le famiglie con bambini piccoli, un’occasione per scoprire il territorio e muoversi nella natura.
Recentemente mi ha contattato l’associazione Bobosco della Valle Verzasca per chiedermi alcuni consigli su come poter rendere parzialmente accessibile un percorso nel bosco attraverso speciali carrozzine. Senz’altro interesse e impegno sul tema non stanno mancando negli ultimi anni”.
Anche gli sport paralimpici hanno sempre più popolarità.
“Sì, sono membro del Gruppo paraplegici Ticino, un’associazione sportiva e ricreativa, e personalmente pratico a livello amatoriale handbike e tennis, e in inverno sci di fondo e sci alpino”.
Lo sviluppo tecnologico ha portato innovazione anche nello sport paralitico?
“Senz’altro. Vi sono materiali più leggeri e resistenti, carrozzine sempre più performanti in titanio e in carbonio. Marcel Hug, svizzero pluricampione olimpico di atletica su carrozzina, a Tokyo ha corso con un nuovo modello sviluppato in collaborazione con la Sauber”.
Un’ultima domanda, su parchi e strutture esterne. Quali barriere ci sono?
“Si possono trovare rampe con pendenze eccessive, gradini, ghiaia e fondi sconnessi che rendono difficile il passaggio. In questi casi si può segnalare il problema al gestore, e a volte è lui stesso a impegnarsi per risolvere o mitigare il problema. Di certo conta molto l’approccio, il modo in cui ci si presenta e come lo si segnala. Credo conti molto il buon senso, molti problemi si potrebbero ovviare cercando assieme delle soluzioni, a volte i problemi nascono per sottovalutazioni, perché non ci si pensa, perché non si ha la visione di chi si muove in carrozzina. Basta spiegarlo educatamente, e le persone solitamente sono pronte a impegnarsi per cambiare”.
Nel 2018 sono stati inaugurati due sentieri senza barriere della rete di Svizzera mobile ad Acquarossa, in Valle di Blenio, e ci sono alcune associazioni in Ticino molto sensibili sul tema
Christian Broggi
Anno di nascita: 1984
Professione: Ingegnere forestale presso l’amministrazione cantonale ticinese
Broggi è Ingegnere forestale SUP ed è durante gli ultimi mesi del corso, nel 2009, che durante un’escursione scolastica su una torre panoramica vicino a Berna si è rotto una vertebra. L’incidente gli ha provocato una paraplegia. Attualmente svolge la sua attività professionale per l’amministrazione cantonale ticinese, nel settore forestale del Dipartimento del Territorio.
L’app per chi non vede
Un uso della tecnologia per le videochiamate e il sistema del social network è quello di Be My Eyes, è un’app mobile danese che mira ad aiutare le persone non vedenti e ipovedenti nel riconoscere gli oggetti e ad affrontare le situazioni quotidiane. La persona non vedente inizia un live stream che mostra cosa ha davanti dalla sua fotocamera del cellulare. Lo streaming viene assegnato a un volontario casuale che parla la stessa lingua e che si trova nello stesso fuso orario. Ciò consente al volontario di descrivere cosa ha davanti il non vedente e aiutarlo nell’affrontare imprevisti, a risolvere soluzioni o a leggere istruzioni, rendendolo più indipendente.
La carrozzina a cinque cerchi
OT FOXX è la prima carrozzina da corsa interamente creata in Svizzera. È stata realizzata da Orthotec (una filiale della Fondazione svizzera per paraplegici), gruppo Sauber e altri partner svizzeri come il Politecnico Federale di Zurigo, lo sviluppatore e produttore di ruote Swiss Side e la Ricerca svizzera per paraplegici. La carrozzina è stata utilizzata dall’atleta elvetico Marcel Hug ai Giochi Paralimpici di Tokyo. Hug nell’occasione ha conquistato 4 ori negli 800, 1’500, 5’000 metri piani e nella maratona T54, ottenendo anche il record del mondo nel 1’500. Le ricerche impiegate per realizzare il modello da corsa, interamente in carbonio, saranno applicate anche al di fuori dello sport agonistico, per esempio ottimizzando la seduta in carrozzina e diminuendo così l’usura delle articolazioni della spalla, grazie a un apposito simulatore detto ergometro.
Nella natura senza barriere
I Sentieri senza barriere sono una proposta escursionistica specificatamente destinata a persone con disabilità e difficoltà motorie, riconosciuta ufficialmente da Mobility International Schweiz (MIS) e inserita nella rete nazionale dedicata al traffico lento di SvizzeraMobile. In Ticino, vi sono, per esempio, i due circuiti di Acquarossa (651 e 652), promossi dall’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli (ERS-BV) con il Comune di Acquarossa e la collaborazione di altri importanti partner. Il Circuito Dongio-Motto (651) è contrassegnato da una fascia blu ed è di facile percorrenza. Il Circuito Dongio-Satro (652) è invece contrassegnato da una fascia nera in quanto transita per alcuni punti piuttosto impegnativi nella zona dei Grotti di Dongio. I circuiti offrono mettono alla portata di tutti la scoperta del valore naturalistico e paesaggistico lungo il corso del fiume Brenno in Valle di Blenio, ricco anche di elementi storico-culturali come i capolavori romanici di San Pietro di Motto e di San Remigio (svizzeramobile.ch)
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