Editoriale 01/22
Are you experienced? Hai esperienza? Così s’intitolava il primo album del più grande chitarrista della storia del rock, Jimi Hendrix. Era il 1967 e lui aveva 25 anni. Si può essere giovani ed esperti? Secondo George Bernard Shaw gli uomini non sono saggi in proporzione all’esperienza quanto alla loro capacità di fare esperienza. Non è dunque questione tanto di anagrafe ma di predisposizione a sperimentare e trarre insegnamenti dall’esperienza.
È questo il filo conduttore del primo numero del 2022 di Bistrot. I giovani esperti li abbiamo trovati e intervistati, a partire da Filippo Ganna, pluricampione del mondo e olimpionico in sella alla sua bicicletta e, a soli 25 anni, che ha preso casa in Ticino e a soli 25 anni è già pluricampione del mondo. Anche Martina Martegani, professione ingegnere, si è trovata a 25 anni un ruolo di rilievo nella realizzazione di una delle più grandi opere d’ingegneria sotterranea: il tunnel di base della San Gottardo. Ora continua con nuove sfide tra i binari. Sempre di binari si parla con Luis Câncio Martins. Il suo studio d’ingegneria, a Lisbona, sta progettando l’ampliamento della rete metropolitana.
Parleremo di esperienza intesa come vivere esperienze in realtà distanti da quelle in cui si è nati e creciuti. Dal volontariato per i bambini di strada in India realizzato dalla Fondazione Asha, guidata da Loris Joppini, a un cambio di vita, dai Grigioni a Sâo Paolo, come quello dell’avvocato David Valletta.
Vi sono poi gli esperti che hanno vissuto vite intense, seguendo la propria passione, e provano ancora voglia di trasmetterla. È il caso di Davide Comoli, professione sommelier, che è riuscito a fare sette volte il giro del mondo, ma ha anche contribuito a formare le nuove generazioni ticinesi di espertidi vino.
Vi è poi chi cerca di dare un senso all’esperienza dell’infanzia, all’essere cresciuto fra le montagne, a contatto con la natura. La fondazione Scamoi, di cui fa parte Ivan Galli, sta cercando di dare nuovo impulso alla comunità di Osco, in Valle Leventina, creando un nuovo luogo di aggregazione nel villaggio in cui sono cresciuti o vivono i suoi soci.
È invece da decenni che, dipingendo e creando forme, l’artista Flavio Paolucci realizza opere che sono un omaggio a quel linguaggio universale che ci propone l’esperienza dell’incontro con la natura. È, infatti, passeggiando tra rive e boschi che Paolucci trova gli oggetti della sua ispirazione.
Quindi, visto che con questo numero Bistrot spegne la sua prima candelina, non possiamo di certo dirci esperti ma vi assicuriamo che la voglia di continuare a crearla, abitarla e viverla, non ci manca. Buona lettura!