Un po' di pazienza
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Story

Il co-working con la stella

Si può conquistare un posto di prestigio nella Guida MICHELIN con una brigata di cucina di 25enni e un ristorante all’interno di un vecchio cotonificio trasformato in spazio di co-working? Trattoria contemporanea a Lomazzo, in provincia di Como, a pochi km al di là del confine elvetico, ci è riuscita. Una scommessa vinta nel giro di un anno, un caso di imprenditoria innovativa che punta sul talento giovanile. Per capire perché investire sui giovani può riservare splendide sorprese, abbiamo intervistato Luca Di Pierro, uno dei quattro fondatori di Fabbrica campus e di Trattoria contemporanea.

Come e quando nasce Fabbrica? 

“Siamo 4 soci: oltre a me, ci sono Milva Bernasconi, Luca Bernasconi, e Stefano Giusto. Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2016. L’idea era di creare uno spazio per il lavoro contemporaneo in quello che era stato un luogo di lavoro del passato, un ex cotonificio. Abbiamo scelto una località di provincia, dell’hinterland, fuori da Milano poiché volevamo proporre un diverso approccio al lavoro. Sposiamo la filosofia del co-working e della comunità creativa, ma senza lo stress cittadino, come il posto auro, e offrendo grande flessibilità”.

 

Poi da cosa nasce cosa?

“Sì, abbiamo pensato che un ristorante potesse essere un punto di riferimento per Fabbrica e le persone che vi ruotano attorno. Però non volevamo fare una semplice mensa. La nostra filosofia è che la bellezza genera bellezza e così abbiamo pensato a un ristorante che fosse giovane e dinamico, innovativo, ma anche di alta qualità. Da questa intuizione è nata Trattoria contemporanea”.

 

Ed è stato subito un successo…

“Abbiamo aperto nel novembre 2021 e un anno dopo è arrivata la notizia della prima stella assegnata dalla Guida MICHELIN. La cosa che ci dà più soddisfazione è che a ottenerla è stato il nostro chef Davide Marzullo, che ha 26 anni, è stato scoperto dalla Chef Academy di Cannavacciuolo e che è alla guida di una brigata di coetanei. Credo che investire sui giovani significhi questo: dare loro l’opportunità di mettersi alla prova di far vedere quello che sanno fare. In loro abbiamo visto talento, cuore, energia e la voglia di esprimere una cucina nuova e coraggiosa, senza dogmi, e loro non hanno tardato a dimostrarlo”.

 

Che tipo di cucina viene proposta?

“L’abbiamo definita una cucina d’istinto, poiché alla professionalità e alla ricerca si abbina un gusto contemporaneo, la voglia di proporre abbinamenti nuovi”.

 

Ma anche i co-worker possono permettersi pasti stellati?

“Esiste il menu degustazione per i gourmet, ma a pranzo ci sono delle proposte convenzionate che consentono di spendere il giusto prezzo per mangiare piatti di qualità in un ambiente di grande fascino”.

 

Torniamo a Fabbrica, chi ci lavora?

“Siamo a Lomazzo, in provincia di Como, affacciati sul parco scientifico tecnologico e con l’autostrada per Como, Lugano, Varese e Milano a due passi. Nasciamo come un campus distribuito su 1’500 metri quadrati e offriamo diverse soluzioni. Si può affittare un ufficio privato, oppure un desk in un open space, offriamo formule che possono andare dall’affitto a ore a quello ad anni. Per questo i lavoratori di Fabbrica sono i più variegati. Ci sono multinazionali che prendono in locazione degli uffici ma anche liberi professionisti. Ci sono i creativi e gli operatori finanziari. Abbiamo anche start-up come Indi, di cui sono co-founder e che propone un nuovo approccio alla scoperta dei territori da parte dei turisti, con l’occhio di chi ci vive. In  Fabbrica c’è chi si ferma di passaggio tra un viaggio in America e l’altro e chi partecipa ai nostri Storming Pizza”.

 

Cosa sono?

“Circa una volta al mese organizziamo delle serate con i co-worker di Fabbrica. Una pizza insieme e un po’ di condivisione di idee, facciamo networking. L’obiettivo di Fabbrica è di vivere e lavorare al meglio. Per noi vuol dire scompaginare i ritmi e gli equilibri usuali per cercare sinergie nuove, frutto dell’incontro e del confronto con professionalità e talenti diversi”. 

 

E la risposta com’è?

“Abbiamo a disposizione complessivamente 150 postazioni. Gli uffici sono al completo e abbiamo un tasso di occupazione al 50% per le postazioni di co-working. È un buon risultato, perché è abbastanza fisiologico che vi siano desk affittati solo per brevi periodi, da chi si trova in zona di passaggio per motivi di lavoro”. 

 

Puntate molto sulla flessibilità.

“Sì, i nostri co-worker hanno un badge che dà loro la possibilità di accedere alla struttura 24 ore su 24”.

 

Lei è uno dei soci e amministratori di Fabbrica, ma anche titolare di aziende che vi operano all’interno. Riesce a conciliare le due dimensioni? 

“Devo dire che è molto impegnativo gestire una simile realtà e operarci anche all’interno, ma sono di natura entusiasta e le soddisfazioni stanno arrivando sempre più, il nostro messaggio inizia a essere compreso. Soprattutto l’idea di fare networking. Per esempio durante una serata Storming Pizza è nata l’idea di un podcast di Fabbrica, poiché uno dei co-worker è un produttore di podcast”.

 

Lei è un creativo e pubblicitario, detta in uno slogan, cos’è Fabbrica?

“A different place. A place for the brave”. 

Luca Di Pierro
Anno di nascita: 1983
Professione: imprenditore e pubblicitario

Di Pierro è direttore creativo, pubblicitario ed esperto di comunicazione e strategia di brand. Co-founder e responsabile di comunicazione di Trattoria contemporanea e Fabbrica, CEO di Zero., Uno Studio, Spaziobianco, Winestorming e Indi.

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GIOVANI AI FORNELLI

La brigata di Trattoria contemporanea è formata da un team di giovanissimi: l’età media è di 24 anni. A guidarla lo Chef. Davide Marzullo, 26 anni. Dopo esperienze in cucine blasonate in giro per il mondo, tra cui il ristorante Hibiscus e il The Connaught a Londra, il The Market Place a Como e il Noma di Copenaghen. Nel 2019, partecipa ad Antonino Chef Academy, e vince il programma e un’esperienza lavorativa in Villa Crespi, a fianco dello Chef Cannavacciuolo. I Sous Chef sono Andrea Noto, legato ai sapori italiani semplici e tradizionali, e Christian Malatacca, di origine veneta e calabrese contaminato dalle ricette e dai gusti francesi, La Pastry Chef è Elena Orizio.

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